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TURBAMENTI POLITICI E RELIGIOSI (SANTA MARIA DI ORSOLEO)

Sulle vicende dell'antica chiesa di S. Maria non esistono altri documenti, oltre quelli conservati a CAVA dei TIRRENI, se non uno che porta la data del 12 novembre 1305, dal quale si rileva che il Re di Napoli (che era Carlo II lo Zoppo, figlio di Carlo I d'Angio') comanda al giustiziere di Basilicata di far restituire al Vescovo di Anglona la Chiesa di Santa Maria di Orsoleo e altri beni ingiustamente occupati.
Il Signore della terra di Sant'Arcangelo aveva osato mandare alcuni armati per impossessarsi, a suo nome, di questa Chiesa, sostenendo che la stessa fosse di suo diritto e non del Vescovo di Anglona (Curia alla quale apparteneva Sant'Arcangelo). Essendo, dunque, colà andata quella schiera di malvagi, tolse ad un monaco, che si occupava della Chiesa tutto ciò che aveva e, infrante le porte, saccheggiò, in modo nefando, la Chiesa stessa.
Carlo II, la cui pietà verso Dio è attestata da non pochi edifici Sacri costruiti con singolare magnificenza sia in Napoli che nelle altre città del Regno, appena seppe del misfatto, si preoccupò non solo di punire quelli che l'avevano commesso, ma di far restituire al Vescovo la Chiesa che rivendicava.
Come si nota, molte cose sono cambiate, l’amministrazione della Chiesa di Orsoleo, la quale non risulta più proprietà privata, come ai tempi di Zaccaria e Bonicio ma viene contesa dalle due autorità pubbliche del tempo: il Feudatario ed il Vescovo.
Non si hanno altri documenti che possono illuminare circa la condizione, piuttosto confusa, in cui Orsoleo venne a trovarsi in questo periodo.
Nasce, forse in questo periodo la leggenda piu nota che riguarda Orsoleo e l'origine di quello che sarà, poi, il Convento vero e proprio.
LA leggenda si tinge di una cornice storica. Quando nel paese di Carbone incominciò a farsi strada e poscia a propagarsi l'eresia dei Fraticelli (movimento sorto in seno all'Ordine francescano all'inizio del '300 e durato fino alla metà del '400. La setta derivava da Francescani detti Spirituali, che impegnati nell'osservanza severa della regola di S. Francesco, soprattutto in relazione alla povertà, approvati dal Papa Celestino V nel 1324 si erano praticamente separati dalla grande famiglia francescana dando origine a una propria congregazione detta degli Eremitae pauperes chiamati dal Popolo fraticelli), la devotissima e gloriosa immagine della Vergine, che da moltissimi anni si venerava nella chiesa matrice del paese, per pena di tante nefandezze, lasciati gli abitanti, si portò in un sito tra S.Arcangelo e Roccanova, ove da poco tempo si erano stabiliti per fare penitenza due pellegrini Francesi chiamati Orso e Leo. Ritrovata l'immagine da quei di Carbone, dopo premurose richieste, fu ricondotta nella chiesa da essa abbandonata, ma, nelle notte seguente, ritornò nei predetti confini. Nè con retiterati tentativi poterono què di Carbone rimuoverla; ed addebitarono ciò a propria colpa, edificarono una chiesetta nella quale posero l'immagine che affidarono ad Orso e Leo.
Mancando altri documenti, non è possibile dire cosa veramente sia successo in questo periodo di turbamenti e di agitazioni. E' facile, tuttavia pensare che Orsoleo, come del resto, ogni altro luogo di particolare importanza, soprattutto se dedicato al culto, dovette subire traversie di ogni genere sia sotto l'aspetto politico che sotto quello religioso: ne è prova il conflitto tra il Feudatario ed il Vescovo.

Autore: Cartello esposto nel Santuario di Orsoleo

 

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